Ciao, mi chiamo Alex, per gli amici Cocia e per gli amici gamer CociaBomb. Il videogioco è più che una passione, è una parte integrante della mia vita, nel bene e nel male. Se dovessi definire i momenti più importanti della mia “carriera” videoludica direi che sono quattro: il Game Boy (con Pokémon e Super Mario), il Wii, internet e il PC. Nelle righe successive vi racconterò la mia storia videoludica, dal principio a oggi.
Il principio
In principio fu il Game Boy Color. 
All’epoca ero un bambino di quattro anni credo. Ciò potrebbe essere in linea con la capacità del cervello, in piena fase di sviluppo, di immaganizare i ricordi nella memoria (a lungo termine). Infatti è attorno ai tre anni di età che risalgono la maggior parte dei primi ricordi di tutti noi.
Mi sono sempre spacciato come “videogiocatore da quando avevo tre anni”, ma è arrivato il momento di ritrattare ufficialmente questa affermazione. Questo perché il primo videogioco di cui abbia memoria è “Looney Tunes”, sviluppato da Sunsoft. Il titolo per GBC è una riedizione a colori dell’omonimo uscito sette anni prima, sul Game Boy originale nel 1992. 1992 più sette 1999. Io sono nato nel 1995. Quindi quattro! Magari anche cinque.
In ogni caso il GBC era di mio fratello maggiore. Ma di lì a poco, per quanto ormai possiate fidarvi della mia memoria, ne avrei posseduto uno anch’io. E magia fu. La relazione tra il sottoscritto e i videogiochi decolla definitivamente, i cui segni, indelebili nel tempo, sono come tatuaggi disegnati sulla mia anima. Pokémon. Pokémon Rosso. E poi Pokémon Giallo. E poi Pokémon Argento. E Cristallo. E tutti i giochi della serie principale fino a Violetto uscito tre anni fa. Criticato, giustamente, e odiato, meno giustamente, da molti. Potrei parlare di Pokémon per giorni e vorrei farlo pure ma “c’è un luogo e un momento per ogni cosa. Ma non ora”. 
Pokémon e Game Boy hanno come comune denominatore Nintendo. Nintendo è Super Mario. E io amo Super Mario. Mi sento sporco a non averli ancora giocati tutti (perlomeno i titoli main), la considero un’onta pesante per un nintendaro come me. Il primo Super Mario non si scorda mai. E invece me lo sono scordato. Deve essere uno tra Super Mario Bros. Deluxe, la versione del primo Super Mario Bros. per GBC e Super Mario Land 2: 6 Golden Coins. Ci sarebbe anche Donkey Kong, per Game Boy, in ballo ma non lo posso considerare un Super Mario, nonostante sia un giocone e la prima apparizione dell’idraulico. Dopo questi due arriva Super Mario World, giochicchiato su Super Nintendo ma spulciato bene nella sua riedizione per Game Boy Advance. Wow. Che cultura e fortuna questo bambino. Super Mario 64 il remake per DS. Super Mario Galaxy. Il mio gioco preferito di sempre. Ogni volta che sento un accenno della colonna sonora percepisco qualcosa dentro di me di difficilmente descrivibile a parole, un’emozione che è un mix di nostalgia, di tristezza e di gioia che scalda il cuore. Subito dopo evito di continuare nell’ascolto perché, prima o poi, voglio godermi la magia di quelle note in-game, quando giungerà il momento di rigiocarci. Super Mario Galaxy è l’opera in assoluto per cui vorrei perdere la memoria per godermelo come fosse la prima volta.

Sprazzi d’indipendenza
Super Mario Galaxy arrivò tra le mie mani nel 2008, anno in cui arrivò anche la mia prima console casalinga, il Wii (o la Wii, io l’ho sempre chiamata in questo modo).
Ho avuto il piacere di videogiocare su altre console fisse in precedenza: il NES, il SNES, la PlayStation 1 e 2. Tuttavia erano beni dei miei genitori che vedevo una volta ogni morte di papa. Mi veniva concesso uno o due giorni durante le vacanze natalizie per poter giocare con la Play 2. Non scherzo. Ricordo che a volte giocavo di nascosto con i miei fratelli, pronti a staccare tutto di fretta qualora rincasasessero i nostri genitori. Anche con il GBC avevo delle regole che limitavano il tempo di utilizzo, massimo un’ora al giorno. Poi con il GBA e ancor di più con il DS queste limitazioni sono andate a scemare.
Alla luce di ciò, ritengo la Wii la mia prima console fissa, collegata alla mia televisione nella mia cameretta. I primi due giorni di Wii, passati su Mario Kart Wii e Wii Sports, ho sforato la quota di trenta ore giocate.
Oltre al mastropezzo Galaxy, mi sono avvicinato ai brand di Smash Bros. con Brawl, probabilmente il gioco più giocato qui, di Zelda con The Legend of Zelda: Twilight Princess e di Resident Evil con RE4. Ho recuperato i primi due Metroid Prime e giocato il terzo. Tanto divertimento ma a ripensarci pochi giochi, ovviamente quasi tutti marchiati grande N.
Le frontiere sono aperte
L’arrivo di internet in casa mia cambiò molte cose, tra cui il mio approccio ai videogiochi. Prima di questo avvenimento ero solito disturbare uno dei miei migliori amici recandomi presso la sua dimora con la mia copia di Call of Duty 4 Modern Warfare per PS3, acquistata in un 3×2 al GameStop assieme a Grand Theft Auto 4 e BioShock (miglior affare della storia). Oh la dopamina! Piano piano e proiettile dopo proiettile stavo iniziando ad apprezzare in maniera esponenziale lo sparatutto, genere che diventerà il mio preferito.
Mentre il tempo continuava a passare, sempre meno a casa dell’amico e sempre di più in camera dei miei genitori, dato che quella era la sistemazione migliore per collegare l’XBOX 360 al Wi-fi, andando di tanto in tanto a imprecare verso gli altri membri della famiglia che si permettevano addirittura di gurdare video su YouTube facendomi di conseguenza laggare vista l’ADSL 7 mega (qui voglio citare un amico poeta: “Il lag, il mio peggior incubo”), la mia routine si stava trasformando in: scuola, mangiare, Ultimate Team (e Pro club), dormire. Ultimate Team è la modalità più gettonata di FIFA dove sbustando e attraverso la compravendita di giocatori si crea la propria squadra dei sogni. Con tutte le ore che dedicavo a FIFA iniziavo a notare che me la cavavo: gol dai 30 metri a raffica (il mio centrocampo a tre era composto da Lampard, Gerrard e Schweinsteiger) e pure una PS3 vinta a un torneo offiline.
La competizione era ardente come non mai dentro di me. Mi sarebbe piaciuto molto condividere già in quei momenti la mia skill, con un montaggio su YouTube o con la stream su Twitch (anche se allora era ancora una “novità”). Reality check: ADSL 7 mega. Successivamente si sarebbe evoluta in una 20 mega, purtroppo sempre insufficiente per realizzare quei sogni. La vita è fatta di opportunità e non sempre si riesce a prendere il treno in tempo.
La maturazione
Eccoci all’ultimo step significativo della mia vita videoludica: il montaggio del mio primo PC. Ho avuto altri PC nell’arco degli anni ma stesso discorso fatto per il Wii, questo è stato il mio PC nella mia cameretta. No, non è vero. La cameretta, diventata il mio studio, è quella di mio fratello che nel mentre ha lasciato il nido per iniziare a sviluppare il suo nucleo familiare.
Steam! Le mod! Il mouse per sparare! Più di 60 FPS! Come è avvenuto il battesimo alla Master Race? Ovviamente investendo completamente una borsa di studio universitaria offerta dall’azienda di mio padre, aggiungendo anche qualche risparmio.
Settimane, se non mesi, di studio per creare la prima build. Il mouse comprato eoni prima per approffitare di offerte fittizie del black friday di Amazon (il buon vecchio Logitech G402 che non rimpiango per nulla). Fun fact: il negozio presso il quale ho acquistato praticamente tutti i componenti, qualche anno dopo è stato chiuso e i titolari arrestati per evasione fiscale.
Il passaggio da console a PC coincidette con il passaggio di Overwatch da casual a competitive game; la svolta definitiva per appagare il mio ego e la voglia di grindare che già era grande con FIFA, iniziando anche a conoscere il mondo dell’esport. Il mindset per grindare lo si può sottolineare con un unico screenshot: le ore totali su Kovaak’s (che ora noto aver cambiato denominazione).
Kovaak’s è un aim trainer dove si spara a punti e cerchi. Non è divertente esatto. Ma un tryharder non deve divertirsi, deve migliorare e diventare il più forte. È infatti il costante desiderio di essere il più forte che mi ha aiutato ad andare avanti. In ogni caso l’avventura dell’aim training è iniziata perché volevo migliorare su Apex Legends, il miglior sparatutto che abbia giocato. Sviluppato da Respawn Entertainment e pubblicato dal nulla da Electronic Artes per buttarsi nel mercato dei Battle Royale non mi convinse subito, del resto non mi colpì tanto né PUBG: Battlegrounds né Fortnite. Fortunatamente sono stato convinto a provarlo da amici per qualche sparo in compagnia. Il resto è storia. Apex è il gioco singolo su cui ho più ore di gioco, circa 8.000, almeno a detta di Steam e EA app (prima Origin, coff coff che schifo coff coff). Tanto idle chiaramente, quindi potrebbe anche darsi che Overwatch sia il primo in classifica dato che nonostante il counter del tempo sul main account segni “solamente” 3.300 ore, sono tutte effetive in-game.
Conclusione
Ecco chi è CociaBomb. Un nintendaro cresciuto con i Pokémon e Super Mario che si è trasformato in un appassionato di FPS competitivi una volta ottenuto l’accesso a una connessione internet decente.
Sono stato sciolto e sincero nel raccontarmi, decidendo di non esagerare con la mole di contenuti, sia per non appensatire l’articolo sia per lasciarmi delle storie da condividere per il futuro. Se avete avuto la pazienza di essere arrivati fino a qui leggendo tutto non posso far altro che dirvi grazie.

