NieR: Automata è il seguito di NieR, titolo che ho giocato nella versione remake/remastered, ovvero NieR Replicant, di cui potete trovare la mia recensione qui. È un action rpg dove prenderemo il controllo di androidi in lotta contro delle macchine per conto dell’umanità.
La storia inizia nei panni dell’androide 2B impegnata in una missione commissionata dal Consiglio dell’Umanità con l’obiettivo di terminare la minaccia rappresentata da una macchina di stampo Goliath, le cui dimensioni sono mastodontiche. Il Consiglio è un ente creato dagli umani e presediuto da un comandante (androide) con lo scopo di gestire le forze militari necessarie a far sparire dalla faccia della Terra le biomacchine. Esse sono state impiegate moltissimi anni prima da una razza aliena in una guerra totale contro l’umanità che portò come risultato il dominio del pianeta da parte delle macchine. Gli esseri umani per sopravvivere furuno costretti a lasciare la propria casa e rifugiarsi in un bunker, una sorta di stazione spaziale orbitante la Luna. È proprio nel bunker che trova sede il Consiglio.
2B, dotata di capacità combattive di alto livello, insieme a 9S, androide che le fornisce supporto durante la missione e specializzato nello scouting, riesce a portare a termine il compito assegnatole soltanto ricorrendo all’ultima spiaggia dell’autodistruzione, innescata mettendo a contatto le scatole nere dei due androidi. Prima del botto i loro dati vengono caricati sui server di backup del bunker dove verranno successivamente uploadati dentro nuovi corpi dalle stesse fattezze.
La prossima missione che viene affidata a questo duo è di supportare un gruppo alleato di androidi sulla Terra che passa per il nome di Resistenza. I due, attraverso subquest, verranno a conoscenza di biomacchine non ostili che vogliono vivere in pace e rifiutano la violenza. Queste vivono in un villaggio sotto la guida di Pascal.
La trama verte sul conflitto tra uomo e macchina evolvendosi poi in quello tra macchina e macchina (androide), entrambe intente a capire e a provare a immedesimarsi nell’essere umano. Gli argomenti trattati sono affascinanti, la narrativa è uno dei punti forti del titolo. Sono tanti, senza troppe sorprese, i punti in comune e le affinità con il NieR precedente. Anche in questo titolo ci sono finali multipli, addirittura 27, uno per lettera dell’alfabeto, per quanto i finali “veri e importanti” siano solo 5 (A-E). Rispetto a Replicant, Automata gestisce le run successive in maniera ottima, fornendo più punti di vista che aiutano ad apprezzare maggiormente e valorizzare le diverse sfacettature e i vari frammenti narrativi. Ad ogni run viene aggiunto qualcosa che rende l’opera più completa in un climax gestito in maniera ottima.


Dopo aver parlato della parte migliore del gioco tocca ora a quella peggiore, ovvero la grafica. Le texture presentano imperfezioni, sono poco curate e pop uppano. I colori sono scialbi e senza vita. La resa dell’acqua la reputo la peggiore che abbia mai visto nel medium, di aspetto grigiastro e granulare. Il framerate, fattore molto più importante in un action, d’altro canto, è bello solido e non ci sono praticamente mai cali. Lo stile artistico invece non mi convince del tutto, con nemici più ispirati di altri e una direzione che vuole far contrastare la tecnologia più avanzata con il risultato della sua applicazione più drastica ovvero la distruzione della civiltà e la forza della natura che vuole riappropriarsi di ciò che le appartiene, riuscendo solo in parte. Nonostante questi chiari problemi il gioco regala comunque scorci che lasciano senza fiato.



La colonna sonora è importante e ci sono molti brani memorabili che si sposano bene con l’atmosfera di gioco. Alcune scene in particolare sono esaltate dalla musica che le accompagnano. Si avvicina all’eccelenza del primo NieR ma resta qualche gradino sotto. Molto emozionante il brano “Kaine’s Salvation” che accompagna il giocatore in una stanza dedicata alla ragazza protagonista del primo titolo.

Come accennato in precedenza, Automata non allunga il brodo forzando il giocatore a ripetere delle run simili a quelle precedenti per poter fruire della storia nella sua interezza ma le sfrutta per fornire punti di vista diversi in maniera vincente. Il ritmo generale del gioco tra main story, subquest ed esplorazione è buono. Le missioni secondarie sono valide e ispirate e aggiungono contenuto all’esperienza e al world building, senza suscitare frustrazione per ripetitività o cattivo design. Con la scusa dei corpi intercambiabili degli androidi è stato inserito il fast travel, feature che mancava nel precedente NieR. La mappa (open world con alcuni livelli non esplorabili), nonostante i diversi punti messi a disposizione per il fast travel, non brilla per varietà di luoghi e ispirazione e potevano essere incluse più località.

Gameplay: il core del gameplay è il combat system di stampo action curato dagli sviluppatori di Platinum Games, assoldati proprio per il compito di migliorarlo considerate le lacune del primo NieR in questo ambito. Non è il picco per Platinum ma ancora devo giocare un loro titolo che non regali soddisfazioni e divertimento nel fronteggiare i mob. 2B dispone di due armi da impiegare nei combattimenti che permettono di compiere delle combo carine. Le armi sono divise in spade piccole, spade grandi, lance e tirapugni. Nei panni di 9S, che ricordo essere un’unità portata per lo scouting, si rinuncia a una delle due armi e in cambio si ha a disposizione un raggio che permette di hackerare i nemici causando loro ingenti danni. Quando si hackera un nemico parte un minigioco stile shoot ’em up in cui si controlla un cursore/navicella che rappresenta la “coscienza” di 9S che spara contro dei quadrati e cilindri. Il minigioco è caruccio e fatto bene e viene utlizzato come espediente anche in altri frangenti di gioco, però durante i combattimenti ricorrere all’hackeraggio con costanza causa una frenata brusca e noiosa al ritmo. Contro alcuni mob occorre abusarne ma generalmente consiglio di non farlo.
Il gioco è anche un gdr e gli elementi caratteristici sono ovviamente presenti: è possibile modificare la build del personaggio andando a toccare abilità passive come la forza d’attacco e di difesa, la velocità di movimento, etc, attraverso un sistema a punteggio in cui a skill più potenti e avanzate corrispondono punteggi più elevati da gestire all’interno di un cap massimo. Si possono potenziare anche le diverse armi e pod. Il pod è il sostituto della magia e di Weiss in Automata: è un robot intelligente dotato di armi quali una gatling, un lanciarazzi o un raggio laser. A sua disposizione c’è anche una “super skill” molto più potente e impattante utilizzabile a cooldown (laser, barriera, martello, frusta, scatto in avanti, etc.).
A tutto quanto descritto sopra si aggiungono combattimenti in volo a bordo di mini mech iancora una volta in stile shoot ’em up (forse a voler omaggiare Drakengard, la serie da cui nasce NieR), sezioni platform, minigioco di pesca, gare di corsa, combattimenti 1v1, boss fight intriganti. La varietà non manca è nulla dà l’impressione di essere all’interno del gioco tanto per. Ancora, è possibile cavalcare alci e cinghiali (hog rideeeeeer)!



In conclusione: NieR: Automata è un action gdr con elementi hack ‘n slash, platform, shoot ’em up che racconta la propria storia tra dilemmi esistenziali, libero arbitrio, futilità della guerra, importanza dei legami in modo narrativamente atipico, con un accompagnamento musicale e di gameplay ottimo, peccando nell’esecuzione tecnica lato grafico. Un videogioco che migliora tutto (o quasi) quello che un sequel deve migliorare.


